MEGALOPOLI
Personale di Alba Amoruso presso Banca Popolare di Milano-sede di Bologna-aprile 2004
Il Corriere dell’Arte- testo di Clara Carpanini-aprile 2004
Alba Amoruso propone un lavoro di grande forza visionaria, dedicato al tema della Megalopoli. Siamo agli antipodi della città ideale, razionale, cara alla cultura del Rinascimento; nella megalopoli domina un sentimento di sublime impotenza, dal momento che non esiste più un punto di vista stabile, nel quale potersi collocare. In questa Babele d’architetture ogni presenza umana è appena presupposta e poi subito soffocata da uno spazio urbano smisurato, onnivoro. Tramite una stesura pittorica sfilacciata, una sorta di colata incandescente si riversa sulla tela, facendo collassare le linee su se stesse. La natura è assente. La luce, non atmosferica, sembra originata da una fosforescenza tutta interna alle cose, come un ultimo residuo d’energia che tenta di liberarsi. A questo disfacimento si oppone, di contro, la magnificenza compositiva, ritmata da sottili strutture soggiacenti alle pennellate. Inoltre non mancano richiami post-romantici e fantastici, che fanno pensare alle celebri incisioni di Giovan Battista Piranesi. Le rovine contemporanee, però, sono ormai affrancate dall’aura di una mitica classicità, così paradossalmente destinate alla fatiscenza nel futuro. È come se le visioni minute e sgomente di Piranesi venissero immerse da Alba Amoruso in un bagno corrosivo privo di ossigeno; perciò alla megalopoli non resta che una vibrazione di natura elettrica, un movimento intermittente come i sussulti vertiginosi della stessa materia pittorica.
Clara Carpanini